L’atto di dipingere le unghie con lo smalto potrebbe non sembrare un processo chimico particolarmente complesso, ma c’è molto di più di quanto sembri. E’ importante che una brava onicotecnica sia a conoscenza dei composti utilizzati nel suo lavoro quotidiano!
Polimerizzazione, agenti tissotropici, solventi, termocromismo…. sono tutti termini che ti aspetteresti di sentire più frequentemente in laboratorio che in un salone di bellezza, ma che in realtà hanno a che fare con lo smalto. In questo articolo diamo un’occhiata ai processi chimici che intervengono nel momento in cui dipingiamo le unghie.
Smalto classico e in gel: le differenze nella composizione
Lo smalto convenzionale è costituito da un polimero, più comunemente nitrocellulosa, disciolto in un solvente, solitamente acetato di etile o acetato di butile. Quando viene applicato, il solvente evapora lasciando il polimero a formare una pellicola sull’unghia. Le resine polimeriche adesive, anch’esse contenute nella formulazione, aiutano il film polimerico ad aderire all’unghia. Questi cosiddetti “modificatori di pellicola” conferiscono anche lucentezza alla finitura polimerica.
I plastificanti nello smalto
Gli ingredienti chiave degli smalti per unghie sono i composti che danno loro i colori, cioè i pigmenti, inorganici o organici (a base di carbonio).
I pigmenti inorganici utilizzati includono ossido di cromo per i verdi, ossido di ferro per rossi e arancioni e ferrocianuro ferrico per i blu. I pigmenti organici sono simili a quelli usati nei coloranti alimentari e sono disponibili in una vasta gamma di colori.
Sono possibili anche effetti cromatici più complessi.
La perlescenza ad esempio, può essere ottenuta attraverso l’uso di biossido di titanio o mica, finemente macinato e mescolato allo smalto, a volte anche insieme a piccoli pezzi di glitter. Per mantenere i pigmenti e altri additivi sospesi nello smalto, vengono poi utilizzati gli addensanti, come lo stearalconio hectorite.
Sono poi presenti sul mercato gli smalti termocromici (sensibili alla temperatura) e fotocromatici (sensibili alla luce). I lucidi termocromici utilizzano composti chiamati leucodyes contenuti all’interno di microcapsule. Queste microcapsule contengono anche un solvente a basso punto di fusione e un acido. Quando la temperatura è sufficientemente bassa, il colorante e le molecole di acido sono abbastanza vicini da consentire il trasferimento di atomi di idrogeno tra le molecole e lasciando il colorante nella sua forma colorata. All’aumentare della temperatura invece, il solvente si scioglie e le molecole si allontanano l’una dall’altra: con il trasferimento di idrogeno non più in corso, il colorante diviene incolore.
I lucidanti fotocromatici utilizzano composti fotosensibili che subiscono un cambiamento strutturale se esposti alla luce solare. Tra i composti utilizzati troviamo spiropyrans e spiroossazine. L’assorbimento della luce UV modifica il composto, provocandone il cambiamento di colore.
La luce UV però può anche costituire un problema per gli smalti per unghie: nel tempo l’esposizione alla luce solare può far sbiadire il colore! Per evitare ciò, nella miscela vengono aggiunti additivi che assorbono la luce UV e le impediscono di sbiancare i pigmenti colorati nello smalto.
Lungi dall’essere una semplice vernice colorata, come hai potuto vedere lo smalto ha a che fare con una miriade di elementi, composti e processi chimici, che è importante conoscere per valutare la qualità dei prodotti, affinché il risultato finale del tuo lavoro sia eccellente!
I gel soak-off CO.BIN di ONS, termici e polarizzabili.
III Statement di Aora: smalti gel termici che si illuminano al buio.
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